La storia della scoperta ha inizio più di 25 anni fa nel 1979 a Milano, col ricovero in ospedale di un impiegato delle ferrovie, originario di Limone. viene ricoverato in ospedale. I risultati dei normali accertamenti di routine, sbalordiscono i medici. Il paziente ha sia il colesterolo che i trigliceridi con valori molto alti, ma non presenta nessun segno clinico rilevante, non mostrando danni rilevabili alle arterie e al cuore. I medici sono increduli e decidono di indagare più a fondo trovando nel sangue del paziente, del padre e della figlia una proteina anomala che i ricercatori battezzano A-1 Milano, dandole come consuetudine il nome della città in cui è stata scoperta. Quel che più conta è che la proteina presente nel sangue di queste persone originarie di Limone si comporta in maniera anomala, ma benefica risultando un’arma estremamente efficace contro arteriosclerosi e infarto. Per effetto di questa proteina I grassi sono “spazzati a gran velocità” dalle arterie e convogliati al fegato dove vengono eliminati,
I ricercatorisono incuriositi dal perché questa mutazione genetica si fosse verificata solo a Limone e vogliono scoprire quanto potessero aver influito fattori ereditari ed ambientali. Gli studi e le ricerche proseguono con impegno crescente, tutti gli abitanti del paese vengono sottoposti a prelievi di sangue e ad approfondire indagini ematiche. Il risultato è sorprendente: un numero notevole di residenti è portatore del gene. Si passa ad indagini sull’albero genealogico dei portatori e grazie ai vecchi registri degli archivi del comune e della parrocchia si riesce a stabilire che tutti i portatori discendono da un’unica coppia, Cristoforo Pomaroli e Cattarina Zito, sposatisi nella seconda metà del 1700, mentre la comparsa della proteina potrebbe risalire al 1644 o addirittura essere antecedente. La diffusione del gene è ritenuta un fatto molto probabile a causa dei numerosi matrimoni tra consanguinei che hanno caratterizzato la storia del paese fino al 1932, anno in cui fu inaugurata la Gardesana.La strada, un vero capolavoro di ingegneria per l’epoca, con le sue lunghe gallerie scavate nella roccia a pochi metri dal lago, ha interrotto l’isolamento millenario di una terra di confine chiusa tra monti e lago, aprendo il paese al mondo e al turismo.
Le ricerche nei 25 anni successivi alla scoperta si sono spostate nei maggiori laboratori di tutto il mondo, in particolare nel Nord Europa e negli Stati Uniti ma tutto è stato possibile solo grazie alla preziosa collaborazione degli abitanti di Limone, che hanno acconsentito a numerosi prelievi di sangue. E’ stato così possibile sintetizzare l’A1 Milano, trasferendo in alcuni batteri la capacità di riprodurre la proteina. Già agli inizi degli anni Novanta vengono condotti i primi importanti esperimenti sugli animali e i risultati sono estremamente positivi: iniettando la proteina clonata si osserva una notevole riduzione delle placche lungo le pareti delle arterie. Alla fine degli anni ’90 le ricerche continuano anche se con minor clamore ma nel novembre 2003, dagli Stati Uniti, arriva la notizia che un gruppo di ricercatori della Cleveland Clinic Foundation, guidati da Steven Nissen, ha riprodotto la proteina in un farmaco sperimentale. Un farmaco che, somministrato a 47 soggetti affetti da gravi forme di arteriosclerosi, in sole sei settimane porta al sorprendente risultato di una riduzione media del 4,2% della placca. Potrebbe trattarsi della scoperta più importante del decennio, i riflettori dei media di tutto il mondo si riaccendono su Limone e presto la notizia che la sintesi in laboratorio della proteina può portare alla produzione di un farmaco rivoluzionario in grado di curare le più gravi patologie cardiovascolari, riporta decine di giornalisti e troupe televisive ad affollare le stradine e gli stretti vicoli del paese.
L’attenzione cresce ancora nel maggio 2004 quando Limone ospita in un importante convegno scientifico internazionale i maggiori esperti americani ed europei responsabili degli sviluppi nella cura delle malattie cardiovascolari attraverso l’Apolipoproteina A1. La riunione è un’occasione per confrontarsi su questioni mediche ma anche per discutere sulla particolare longevità degli abitanti del paese che grazie alla sana alimentazione mediterranea (ricca di pesce di lago, olio e agrumi locali) e alle favorevoli e uniche condizioni climatiche (Limone, infatti, è il luogo più settentrionale in cui si possono trovare coltivazioni di agrumi) hanno un’aspettativa di vita molto elevata.Questi doni però sono oggi, a differenza che in passato, condivisi dagli abitanti con i turisti, in prevalenza tedeschi, che forse senza sapere di “farsi del bene”, trascorrono sereni le loro vacanze in questa tranquilla destinazione turistica del lago di Garda.
Le belle notizie continuano quando l’equipe medica del professor Sirtori, ritornata nel paese per effettuare le analisi sui nuovi nati figli di genitori portatori, individua nel sangue di ben 8 bambini la preziosa proteina. Il gruppo dei fortunati portatori si allarga continuando così la storia affascinante dell’Elisir di lunga vita, la proteina miracolosa che, nata per caso da una mutazione genetica, grazie all’isolamento geografico, si è potuta trasmettere di generazione in generazione, dalla prima coppia di portatori fino ai giorni nostri.